martedì 22 maggio 2012

relazioni e appartenenza

La condizione di grave marginalità e di esclusione sociale è caratterizzata da assenza di risorse per condurre una vita dignitosa, ma anche (e ciò è spesso sottovalutato) da compromissione delle relazioni e del senso di appartenenza.
Come scrive G.Invernizzi, si osserva che nelle fasi iniziali del processo di esclusione sociale si verifica un lento logoramento e allontanamento della rete parentale e amicale. In seguito la stessa cosa succede  per la rete dei servizi sociali pubblici e privati di riferimento. Al contempo si ha la costruzione di una nuova rete di appartenenza riferita al contesto di marginalità. Rete in cui il soggetto si sente riconosciuto e trova nuove forme di appartenenza e protezione.
L'appartenenza ad un gruppo di pari (cioè di persone che condividono lo stesso disagio) favorisce un nuovo equilibrio nella persona, in quanto il gruppo è portatore di identità, di regole e di riconoscimento.
"Entrare in rapporto vuol dire riattivare un motore, motivare la persona a mettersi in gioco."

G.Invernizzi, Riaprire la possibilità di un'altra storia, Animazione sociale n.4, 2009, pg.55
Favorire il crearsi di un gruppo di mutuo aiuto non ha solo funzione affettiva, poichè le relazioni che si creano incidono sul soggetto, sulla sua fiducia e motivazione.
 "Si sta prendendo consapevolezza che non esistono soggetti che accettano la relazione e altri che non l'accettano, ma che esistono dei tempi, delle situazioni e delle modalità per costruire delle relazioni con le persone in condizione di esclusione. La relazione è una modalità di intervento che può essere giocata con tutte le persone, ma va personalizzata, non può essere standardizzata."
G.Invernizzi, Riaprire la possibilità di un'altra storia, Animazione Sociale n.4, 2009, pg.55




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