lunedì 28 maggio 2012

sedie


Se fisso i miei piedi
i ricordi son tetri,
e alla mia mente
riaffiorano i metri .

Decine, unità,
chilometri d’anni,
fatti qui dentro,
qui nei miei panni .

Da bimbo m’alzavo
la sedia era un letto,
e ogni sbadiglio
un sogno in difetto .

Correvo da mamma
con passi innocenti,
sul vecchio parquet
...tamburi battenti .

Muri e finestre,
porte e balconi,
formavano stanze,
stanze in mattoni .

Nella mia fantasia
sembravano regge,
oggi son quotidiani
che nessuno più legge .

Io vago per viali,
io sosto per vie,
se passa qualcuno
io sto sulle mie .

Se scende la notte
qualunque essa sia,
aspetto quel sonno
che fa compagnia .

E i sogni che faccio
mica son terni,
ma anni di scuola,
penne e quaderni .

Piegato sui libri
non ero mai stanco :
era d’aula la sedia
sotto a quel banco .

Uscito da scuole
con foglie d’alloro,
un posto cercai
colore dell’oro .

Nel tanto bussare
una sedia trovai,
già tasti e bottoni,
non più calamai .

Poi venne la crisi
di quelle ben toste,
e così coi verdoni
prendei le batoste .

Se penso alle donne,
quante ne ho amate !
Con queste mie mani
carezze ne ho date .

Le sporche mie dita
oggi dicono niente,
ma ciò che han toccato
mi torna alla mente .

Risento il profumo
di un seno e di pelle,
ecco ancora una sedia :
lei la Mia tra le belle .

Con questi ricordi
affronto i dolori,
e faccio di tutto
per fissare i colori .

Piano o di corsa
io provo e riprovo,
finché una panchina
è la sedia che trovo .

Con questi pensieri
affronto la gente     
e quella per-bene,
e quella per-niente .

E dico ai miei occhi
di urlare nei cuori :
“io dentro son uomo,
ma son uomo fuori...” 

                          Riccardo Grotto


 La poesia ha come filo conduttore qualcosa o qualcuno su cui “sedersi”: è la storia di una vita fatta di tappe concrete ed emozioni, incontri ed eventi, età e luoghi diversi. Un insieme di cose ricordate ad occhi aperti o ad occhi chiusi. Tante cose che sembrano aver avuto termine chissà per quali intoppi; ma di certo tutto questo ha lasciato il segno, comunque. Forse tutto questo è solo scritto negli occhi silenziosi di colui che racconta o potrebbe raccontare. Chi saprà guardare costui negli occhi leggerà e capirà. E capirà anche che questo Senzatetto che parla è una persona normale, normalissima a volte. Che la vita ha messo fuori, pur lasciandolo uomo dentro.

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