mercoledì 20 giugno 2012

la famiglia al centro

Molto ruota attorno alla famiglia. La crescita morale e culturale certo, ma anche la crescita (o decrescita) economica.
Sono circa il 45% del totale, le famiglie "agiate" chiamate così perché al riparo dalla crisi economica. Le altre sono in rosso oppure nel limbo, in proporzione diversa e a seconda delle regioni della Penisola.
Poi c'è il problema delle nascite. Ogni coppia riflette molto sul concepimento dei figli anche per la mancanza di politiche a sostegno della famiglia.
L'Italia trovandosi al 27° posto (l'ultimo) della crescita demografica europea, conferma la frase del cardinal Bagnasco, il quale ha parlato di "lento suicidio".
In altre parole non si investe nelle nuove generazioni e l'Italia, parafrasando un vecchio film, diventerà sempre più un paese per vecchi.
Lo spostamento dell'età del matrimonio poi, sommato al ritardo nella procreazione, porta ad un calo della natalità anche per fattori biologici della donna, già soggetto, questa, di precarietà nel mondo del lavoro.
Ripartire dalla famiglia quindi, sembra urgente e necessario in questo momento storico. Ed è per questo motivo che bisogna rimuovere tanti, troppi ostacoli che la mortificano.
Rivedere i servizi per l'infanzia, gli anziani e i disabili a domicilio; creare asili nido abbassando i costi, garantire il lavoro alla donna per preservarne la dignità e la ricchezza economica. 
Non da ultimo serve una seria riforma del Fisco attraverso una legislazione che superi qualsiasi divisione politica rimettendo al centro proprio la famiglia.

Liberamente tratto da: Caritas Italiana- Fondazione Zancan, In caduta libera, Rapporto 2010 su povertà ed esclusione sociale in Italia, ed. Il Mulino, pg.18-22.

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