mercoledì 6 giugno 2012

la strada ti cambia

La strada ti cambia, è difficile perciò tornare indietro quando sono anni che ci sei dentro.
Si crea una sorta di nuovo equilibrio, per questo è necessario intervenire precocemente.
I fallimenti che hanno condotto l'uomo in strada tornano a farsi sentire come macigni ogni qualvolta si presenta l'occasione di allontanarsi da essa.
Sorgono i dubbi, le paure, talvolta a livello inconscio: "...e se non ce la dovessi fare anche stavolta? Significherebbe confermare la mia 'nullità' ..allora forse è meglio restare dove sono..."
Uscire comporta il dover cercare nuovi equilibri, ricostruire una modalità di stare assieme  nella società. Uscire quindi è più facile se la persona è ai margini da un breve periodo e non ha ancora assorbito le modalità della strada. Più lungo è il tempo di permanenza più ci sarà necessità di un percorso di accompagnamento e reinserimento.
Fondamentale è però la motivazione, la spinta al cambiamento; essa è determinante per il buon esito del reinserimento del soggetto nella società.

1 commento:

  1. Ho conosciuto una ragazza che è rientrata dalla strada. E' una ragazza che ha partecipato ad un progetto che ho promosso sull'interculturalità. Lei è scappaa da casa ventenne, dopo la morte del padre e l'arrivo di un patrigno violento. Ha passato circa 9 mesi sulla strada, fino a quando ha incontrato un immigrato clandestino di 60 anni ed è andata a vivere con lui. Lei mi ha detto che se ne è subito innamorata. Vivono insieme, grazie ai sussidi governativi che permettono alla coppia di pagare l'affitto e la spesa per la sopravvivenza. Quando io le ho chiesto: "Sei giovane, perché non cerchi un lavoretto?" Lei mi ha risposto "Perché? Ho una quantità di soldi mensile che mi permette di vivere senza fare niente. Chi me lo fa fare di cercare un lavoro precario?". Questa sua risposta mi ha fatto riflettere sull'efficacia e l'efficienza dell'aiuto economico francese senza ulteriori supporti.

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